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Cento domeniche

Regia di Antonio Albanese vedi scheda film

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La recensione su Cento domeniche

di Furetto60
7 stelle

Ottimo film di Albanese, attore e regista.

Antonio Riva è un tornitore, ormai in prepensionamento, che tuttavia continua a recarsi in fabbrica, lavorando per pochi soldi in nero. Accudisce la madre in preda alla demenza senile, è in buoni rapporti con la ex moglie e ha un'amante sposata, che non vuole impegni, ma solo sesso spensierato. Il suo unico svago è giocare a bocce con gli amici. È padre di una figlia Emilia, che lui adora. Quando lei gli annuncia il suo matrimonio, Antonio è raggiante, perché così può coronare il suo sogno, regalandole il ricevimento nuziale, su cui insieme hanno sempre fantasticato, in ossequio alla tradizione che vuole il padre della sposa impegnarsi a pagare l'intero evento. L'uomo si reca in banca per prelevare la somma che gli occorre, il direttore gli consiglia di non ritirare le sue azioni, che stanno "viaggiando” bensì contrarre un prestito con una finanziaria; Antonio ignorava di possedere azioni, o meglio non si è accorto che, con dei sotterfugi la banca gli ha convertito  le sue obbligazioni sicure in azioni a rischio, trasformandolo da risparmiatore ad azionista, la cosa non gli garba e non sarebbe regolare, però quelli che  di finanza se ne intendono, lo rassicurano e lui vuole  crederci, firmando la sua condanna. Cominciano ad arrivare segnali inquietanti, un suo collega che ha il c/c nello stesso istituto, è colto da malore in seguito alla notizia di un crac finanziario, la banca annaspa, i dipendenti sono sfuggenti e il direttore cambia di continuo; un impiegato dell’istituto, dopo averlo messo inutilmente in guardia, si suicida. Antonio è spaventato ed incredulo, gli amici lo rimproverano per la sua leggerezza, lui mastica amaro, tra sensi di colpa e recriminazioni; nel frattempo la situazione sta precipitando, la sua banca  è sull’orlo della bancarotta e lui in compagnia dei tanti clienti abbindolati, si ritrova  con un pugno di mosche in mano, comincia il calvario, si organizza una “class action”, ma Antonio ormai è disperato e sfiduciato, comincia a soffrire d’insonnia e ad assumere tranquillanti, frequenta gruppi di sostegno psicologico; la sua storia di uomo semplice e onesto finisce in tragedia. Si potrebbe pensare ad un racconto inventato e in effetti è di fantasia, tuttavia le cronache ci riferiscono la drammatica veridicità di questi eventi. Alla fine degli anni novanta, in un periodo che sembrava propizio a chiunque si avventurasse nel mondo della “borsa”, ebbi la dabbenaggine di affidare i miei risparmi a “seri” consulenti finanziari, che con squisita sollecitudine, si attivarono allo scopo di movimentare un capitale, che  a detta loro, altrimenti sarebbe rimasto fermo e sterile; dunque acquistarono titoli azionari, per mio conto: il risultato fu sorprendentemente  nefasto, con un notevole depauperamento del mio capitale, causa una crisi “globale” ovviamente imprevista. Ciò che ho imparato è semplice, come spesso mi ripeteva un collega amico,” io voglio sbagliare, anche tanto, ma sempre con la testa mia, mai con quella degli altri”. Il film è molto buono e la prova attoriale di Albanese, ottima

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